1 ottobre 1937

Lucio Fontana, non si limitò a lavorare esclusivamente la vulnerabile tela ma anche la più resistente ceramica. Durante i primi del Novecento, furono diverse le correnti che si avvicinarono a questo supporto dando il via a sperimentazioni che ancora oggi potremmo faticare ad accostare al Futurismo e allo Spazialismo.

Il centro di gravità fu Albissola Marina, una località ligure ove in quegli anni si riunirono artisti di gran talento, tra i quali Marinetti, Tullio Mazzotti, Diulgheroff, Capogrossi e ovviamente Fontana. La sua produttività fu straordinaria; Esa Mazzotti, nipote di Tullio, era allora solo una bambina ma ebbe modo di ammirare, presso la manifattura Mazzotti, la grande operosità con la quale Fontana ed altri come Manzoni e Sassu, si avvicinarono alla ceramica. Lo stesso Fontana, in una lettera datata 1 ottobre 1937, confessa a l’amico Tullio di aver realizzato circa 300 ceramiche in un solo mese, a riprova del grande impegno profuso.

La Passeggiata degli Artisti ad Albissola Marina, ospita tutt’oggi un Concetto spaziale oltre il quale non possiamo vedere ma che possiamo toccare e – addirittura – osservare passeggiandovi sopra.  Le forme rotonde di colore azzurro che ci mostra l’opera di oggi, completate dalle tre ‘Nature’ in bronzo, sono la testimonianza della ricerca spaziale dell’artista. Come detto, egli lavorò presso la manifattura di Tulio Mazzoti  ignaro che nel destino di queste sue prime sperimentazioni vi sarà la definizione di una nuova arte nel suo Manifesto Bianco. Richiedendo un’arte in maggiore accordo con le esigenze dell’uomo attuale e dello spirito nuovo artista dichiara: “L’arte nuova prende i suoi elementi dalla natura. L’esistenza, la natura e la materia sono una perfetta unità. Si sviluppano nel tempo e nello spazio. Il cambiamento è la condizione essenziale dell’esistenza. Il movimento, la proprietà di evolversi e svilupparsi è la condizione base della materia. Questa esiste in movimento e in nessun’altra maniera. Il suo sviluppo è eterno.”

L’esplorazione dei concetti spaziali lo portò alle sue opere più conosciute, i cosiddetti buchi e tagli, ma non solo. Nel corso della sua attività artistica, Fontana realizzò numerosi lavori con supporti diversi; dalle più tradizionali sculture figurative agli ambienti spaziali, usando i materiali innovativi per la sua epoca, sempre sperimentando e muovendosi con ampia libertà ed eccletticismo da un ‘medium’ all’altro. Forse, proprio qui troviamo il motivo per il lento riconoscimento della sua opera. Manipolando costantemente le componenti del Kitsch, usandole come uno sfondo in una maniera spesso ironica e provocatoria, offriva all’uomo nuovo (del quale parla nel Manifesto) una nuova prospettiva dell’arte distruggendo sia la distinzione esistente sia  i confini tra l’avanguardia e Kitsch.

La sua arte è tetradimensionale: arte che si sviluppa nel tempo e nello spazio. E anche se, usando le parole dell’artista, col tempo morrà come materia, rimarrà eterna come gesto, così come rimarrà eterno il suo tentativo di svincolare l’arte dalla materia aggiungendo una quarta dimensione. Ritornando all’opera di oggi, l’esempio par excellence di arte di quarta dimensione, di spazio, di arte spaziale, le “Nature” corrispondono principalmente a quell’immaginazione cosmica a cui spesso faceva riferimento l’artista preoccupandosi della trasformazione e della densità spostabile ma indistruttibile della materia. Ispirata dai pensieri del “silenzio atroce e inquietante” che attende l’uomo nello spazio ci lascia un “segno vivente” della presenza dell’artista ad Albissola Marina.

L’indagine profonda e sorprendente di Fontana passò di qui; sulla rigida ceramica egli cercò di svelare ciò che scoprirà decenni dopo oltre la tela.

Lucio Fontana,
Concetto spaziale,
1960,
Ceramica,
Albissola Marina, Passeggiata degli artisti

Vi invitiamo, inoltre, a scoprire le altre opere che compongono il Lungomare degli artisti, dal nome originale della ‘Passeggiata’.

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