19 ottobre 1954

Il 19/10/2017 è una data speciale per What’s happened. Oggi, non proponiamo il contenuto di un sito che parla di arte sfruttando la convergenza del mondo umanistico e digitale e lo staff, solo per quest’oggi, non sarà composto da due appassionati che si dilettano con piacere tra fogli di stile e stile delle tele. Perché ci ricorderemo di questa giornata di autunno come la giornata nella quale abbiamo discusso di What’s happened come progetto universitario, lo zenit di un percorso accademico durato poco meno di un anno, che culmina nel giorno della sua presentazione. Ad ascoltarci nell’aula, un pubblico intimo, attento e zelante che valuterà il lavoro da noi compiuto fino a ora. Ed è in questo fino a ora che gli spalti virtuali si ampliano e i sedili si riempiono di quegli spettatori che in queste poche settimane hanno atteso con cordiale pazienza due studenti condivider con loro l’arte, la vita e l’anima dell’artista e della sua opera. Grazie a voi, oggi sapremo parlare di qualcosa di tangibile e vivo che ha mosso i suoi primi passi in un mondo irto di insidie, dove frustrazione e gloria camminano su sentieri paralleli ma in direzioni opposte, dove scoraggiarsi è facile quanto entusiasmarsi. Noi, al nostro meglio, conduciamo con passione e gioia questo piccolo naviglio orizzontandoci nel mondo digitale della proposta culturale di spessore, navigando a vista, con un occhio sempre rivolto ai porti sicuri dove le nostre conoscenze più radicate risiedono. In qualche modo, nel quadro dipinto da questa allegoria, ci siete voi che ci avete sospinto come una brezza e la marea benevolente.

Giunger fin qui, non è stato semplice. Abbiamo dovuto scavare nella nostra consapevolezza, cogliere i nostri limiti e portare alla luce le nostre qualità migliori. Con un lavoro zelante e quotidiano siamo riusciti ad affinare il nostro perfettibile risultato, traendolo fuori dai bui recessi del: “forse un giorno lo farò, un giorno, quando avrò più tempo”. Abbiamo voluto estrarre da quel tempo presupposto ed ipotetico che la celava una nostra idea. Per quanto minuta o frammentaria che essa sia, sarà testimonianza del nostro impegno e ingegno.

Come un affresco che riemerge da un passato sepolto.

Come nel 19 ottobre del 1954, quando – durante gli scavi – nella splendida Pompei venne rinvenuto un articolato e singolare affresco: in uno specchio d’acqua verde, di fronte ad una piccola isola con quattro figure umane ed un tempio circondato da un portico, si apre la bocca del porto. Sullo sfondo di questo paesaggio marino, la nave a vela che entra nel porto attraverso due moli, richiama le descrizioni Vitruviane: “Nelle passaggiate coperte, visto che lo spazio si estendeva nel senso della lunghezza, dipinsero una serie di paesaggi ispirati alle varie caratteristiche dei luoghi: porti, promontori, litorali, fiumi, fonti, canali, boschi, sacri, monti, greggi, pastori e altre scene analoghe presenti in natura”. Questo illusionismo prospettico del quarto stille pompeiano, così perfetto per la decorazione di un complesso come la Villa San Marco a Stabia, apre molti argomenti. Non solo quello della pittura romana ma anche l’idea della villa, la sua ideologia; ovvero, un bisogno romantico di ricongiungersi con la natura che ebbero l’origine proprio qui, in Campania Romana.

Stabia, città lagunare dell’Antica Roma, era il luogo di villeggiatura dei patrizi romani che vi edificarono tantissime ville, con annesse terme e meravigliosi affreschi. Villa San Marco era un vero e proprio gioiello artistico e urbanistico dell’impero romano, composta  – tra le altre cose – da un quartiere termale con giardino porticato con una piscina, con un ninfeo decorato da stucchi e sale splendidamente decorate destinate al riposo. La Villa, conserva ancora oggi l’affresco scelto per rappresentare, in una maniera simbolica, il nostro progetto per questa giornata così particolare per noi.

La scoperta delle città sepolte improvvisamente dalla violenta eruzione del Vesuvio nell’anno ‘79, ebbe un’importanza essenziale per la nascita e lo sviluppo della storia dell’arte come una scienza vera e propria, le cui conoscenze abbiamo deciso di promuovere con il progetto What’s happened. Difatti, il rinnovato interesse per lo studio delle antichità greche e romane, nacque come reazione emotiva a queste scoperte. Complice anche la formazione della cultura antiquaria e neoclassica in Europa, atta a ripercorrere i principi dell’armonia, dell’equilibrio e della proporzione che erano presenti nell’arte classica, come ideale per eccellenza, ci fu un vero e proprio ritorno ad un concetto classico di bellezza. Questo ritorno al principio classico del ‘bello ideale’, ci porta alla opera di Johann Joachim Winckelmann, non solo come ideatore ed il teorico del neoclassicismo, ma anche come primo storico dell’arte, il quale, con la sua Storia dell’arte dell’antichità, pubblicata nel 1763, viene definito il padre della storia dell’arte cosi come la conosciamo oggi. Per lui la vera arte era quella antica per cui: “l’unica via per divenire grandi e se possibile, inimitabili, è l’imitazione degli antichi”.

“Essendo una città arrestata dall’eruzione in un momento pulsante di vita e, di conseguenza, mantenuta quasi intatta, con tutto ciò che esisteva in quel momento, rende Pompeii un contesto unico per entrare in dialogo sia con la vita politica, sociale ed economica, sia quella artistica, professionale ed artigianale di una comunità attiva e produttiva come questa”.  Questa ricerca di avvicinamento è invece lo scopo del progetto Rediscovering Pompei, caratterizzato da una forte componente digitale che apre un altro legame con l’iniziativa What’s happened: l’importanza delle tecnologie digitali per lo studio e per la presentazione dei beni culturali, ovvero il campo delle digital humanities, il cui risultato rappresenta.

Così, il paesaggio marino scelto per oggi si mostra come un tributo non solo ai nostri interessi personali, ma anche l’intero progetto come il connubio perfetto tra scienze umanistiche e digitali, la Storia dell’Arte e le nuove tecnologie, la complessità delle terre emerse e il vasto azzurro mare.

 

Paesaggio marino con architettura
Quarto stille, 63-79 d.C.
Affresco
51,7 x 31,5 cm
Parco archeologico di Pompei, Villa San Marco

One thought on “19 ottobre 1954

  1. Quello che state facendo e che le digital humanites si propongono di fare, portando avanti una ricerca sempre più allargata nei vari campi umanistici e sempre più perfezionata dal punto di vista digitale, è un lavoro prezioso. Lo chiamerei un dono. Un dono per l’umanità. Grazie

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